
La revisione nel processo traduttivo
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Secondo la norma ISO 17100, ogni traduzione deve subire un processo di revisione. Il testo tradotto viene confrontato con quello di partenza per individuare eventuali errori terminologici/grammaticali/ortografici/concettuali sfuggiti al traduttore.
La revisione è però un’arte che non può essere improvvisata. Ogni modifica deve essere ponderata e giustificata per evitare di appesantire il testo e sminuire il lavoro del traduttore.
Capita di incontrare revisori “dalla mano pesante”. Fraintendono lo scopo della revisione e si sostituiscono al traduttore imponendo il loro stile. Intervengono sul piano stilistico e lessicale senza apparente motivo.
La revisione non è un lavoro di ritraduzione, ma è un lavoro di miglioramento del testo finale. Il revisore deve concentrarsi in modo oggettivo sulla terminologia e sulla correttezza logica, concettuale, grammaticale e ortografica del testo, tralasciando tutto ciò che è soggettivo. In sintesi, la revisione deve essere un intervento di “minimax”, ovvero massima resa con il minimo sforzo.
Una revisione adeguata fa risparmiare tempo a revisore, traduttore e project manager, è bene accetta dal traduttore ed è utile per la crescita di tutti.