
Come il cervello legge i manuali tecnici?
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Quando scriviamo manuali dovremmo chiederci: ma cosa accade nel cervello dell’utente che li sta leggendo? Siamo costretti ad aspettare i risultati dei test di usabilità dei manuali per capire se i nostri scritti sono chiari. Ma in quel caso il manuale è già stato scritto. Come fare a capire anticipatamente come scrivere per quell’utente?
Le ultime ricerche nelle Neuroscienze confermano gli studi che portarono Robert E. Horn a ideare il metodo Information Mapping nel 1967: in questo articolo di Markus Reiter “Five lessons for brain-friendly writing” su Tcworld di Ottobre 2012 viene spiegato bene. Vediamolo insieme…
Parole organizzate come in un supermercato
Vi siete mai domandati come il nostro cervello immagazzina le parole? Alfabeticamente? No, ma le raggruppa come i prodotti di un supermercato. Ovvero “Prodotti da forno”, “Verdure”, “Carni” e così via. Quindi se il cervello è impegnato diciamo in una certa “area del supermercato” sarà più pronto a recepire e fornire tutte le parole di quell’area, mentre se gli viene richiesta una parola di un’altra area del supermercato potrebbe avere difficoltà a fornirla.
Provate a riportare questo esempio su un manuale di istruzioni? Cosa vi può suggerire?
Concreto vs. astratto
Il nostro cervello salva i termini astratti in uno scomparto separato dai termini concreti. Sempre nell’esempio del supermercato, se leggete “Frutta” cosa visualizzate? E se invece leggete “banana”, “pera”? Quanto tempo ci avete impiegato a visualizzare il termine astratto “frutta” e invece quanto tempo avete impiegato a visualizzare il termine concreto “banana”?
Provate a riportare questo esempio su un brano di descrizione di un applicativo software…Cosa vi suggerisce?
Usare parole familiari
Il nostro cervello scannerizza rapidamente le parole familiari, mentre rallenta e dubita di fronte a quelle sconosciute. Addirittura torna sui suoi passi in caso di parole difficili o frasi complicate.. che disastro per un utente che deve imparare a usare un oggetto o un intero sistema!
Inoltre immagazzina le parole come immagini… come si comporta quando arriva una parola sconosciuta e strana?
L’autore dell’articolo cita anche una tesi antica (vedi Rawlinson, G. E. – 1976 “The significance of letter position in word recognition”. Unpublished PhD Thesis, Psychology Department, University of Nottingham, Nottingham UK) che vuole dimostrare come le parole vengano percepite dal cervello come immagini a patto che la prima e l’ultima lettera restino uguali. Ma su quseto ci somo disucuiosni in cosro.
Proviamo sempre a riportare quanto suggerito nei nostri manuali? Cosa significa per noi autori? Come facciamo a sapere se “quelle” parole sono familiari o sconosciute ai nostri utenti?
Costruire frasi chiare
Questo è sempre stato il mio tormentone che poi si è consolidato con l’avvento delle memorie di traduzione che premiano chi scrive con una struttura di frase ripetitiva (naturalmente in base allo scopo che ha la frase).
Il cervello anticipa quello che legge indovinando la fine di una frase. Più la frase è breve e chiara più il messaggio arriva rapido e senza “rumore”. Quindi applichiamo le regole del buon Simplified Technical English anche in italiano e buttiamo all’aria gli appunti della Prof. di Lettere!
Creare immagini nel cervello degli utenti
I testi possono essere image oriented e text oriented.
Bene, hanno scoperto che i testi image oriented colpiscono soprattutto l’emisfero sinistro del cervello, l’emisfero soggettivo che ospita le emozioni e le immagini.
Invece i testi text oriented colpiscono l’emisfero destro, l’emisfero oggettivo. razionale, che si occupa dei sistemi e delle strutture.
Cosa vuol dire per i nostri manuali ? Che se vogliamo evocare immagini e emozioni, per esempio in una brochure, racconteremo una storia o metteremo qualche verso di una poesia, mentre se vogliamo appunto spiegare sistemi e strutture, per esempio nei manuali, saremo obbligati a gettare al vento le nostre abilità narrative ed essere schematici, schematici e ancora schematici.
Buona lettura!