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25/06/2014

Allontanarsi dalla scrivania migliora la scrittura

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Quante volte abbiamo sottovalutato l’importanza del fare esperienza, esperienza fisica intendo, con i prodotti, gli oggetti e i software che descriviamo nella manualistica e nella documentazione tecnica?
Quante volte per mesi siamo rimasti alla scrivania a scrivere?
Non dovremmo mai dimenticare quanto sia importante abbandonare la scrivania e prendere contatto non solo con gli oggetti del nostro lavoro, ma anche con i loro destinatari e con l’ambiente in cui lavorano.
Non è immediato, infatti, riuscire a immedesimarsi in modo assolutamente astratto nell’ambiente reale di lavoro degli utenti.
Così come non è detto che – anche quando riusciamo a farcene un’idea attraverso interviste e questionari – la nostra idea sia propriamente corretta e realistica.
Perché un conto è parlare e un altro conto è agire, sul campo.

Differenze sostanziali: dal dire al fare

Mentre noi scriviamo, comodamente seduti in ufficio, con l’aria condizionata accesa, c’è un agricoltore là fuori, appena assunto, un ragazzo giovane che, sotto il sole cocente di agosto, cerca di capire come far funzionare gli attrezzi del suo trattore.
Spero che abbia un dispositivo mobile per la consultazione e non un manuale di carta infangato.

Differenze sostanziali: dal dire al fare per poter dire

Quante volte scriviamo per ore senza aver fatto esperienza diretta?
Svolgere così il lavoro del redattore tecnico comporta qualche rischio, non sempre banale.
Il primo è che la scrittura risulti perfetta, ma non orientata all’utente, alle sue necessità e alla fruibilità nelle condizioni di lavoro più difficili che possano capitare: sotto il sole con le mani sudate e sporche, davanti a un computer senza connessione internet, in una officina meccanica e così via.
Vale tanto per la manualistica quanto per le interfacce software e fisiche dei prodotti.

La collaborazione che fa la differenza

Non vi è mai capitato di consumare i tasti del computer?
Quella sarà la T o la Y?
Forse il lettering non dovrebbe consumarsi…
Allora perché c’è una grande resistenza, da parte degli attori del processo, nel favorire un lavoro sinergico fra Subject Matter Expert (SME), Technical Writer, utenti veri e propri a campione e analisti esperti di user experience?
Troppo spesso ci convinciamo che una lunga fase di analisi e progettazione sia una perdita di tempo, magari non inutile, ma superflua.
Quanto ci sbagliamo.
Solo dedicando il giusto tempo a ogni fase, anche conoscitiva, il processo di sviluppo della documentazione tecnica si svolgerà in modo lineare, costante e consapevole, con una significativa riduzione di costi, tempi di scrittura e numero di revisioni.

La profondità di analisi che migliora i risultati

A volte invece ci si può trovare in una fase progettuale nella quale il prodotto ancora non esiste.
E allora? In questo caso come si fa a fare esperienza?
Bisogna progettare il prodotto, ma anche l’interazione fra l’utente e il prodotto e ottimizzarla al massimo.
Il segreto? Farsi sempre un milione di domande.

E voi: l’avete un segreto?
Buon lavoro!

 

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